IL GIORNALE DELLA LEGA APULA CONTRO LE MALATTIE REUMATICHE


 

I DOLORI E LE CURE DELLA LOMBALGIA

del Dr. MICHELE COVELLI*

Che cosa indica il termine "lombalgia"?
La presenza di dolore, che può comparire in maniera acuta o cronica, nella parte lombare della colonna. E' una delle affezioni più comuni nella popolazione, ed è causa di frequenti assenza dal lavoro.
Perché si manifesta il dolore lombare?
Il dolore può essere causato sia da una sofferenza locale (stiramento muscolare, compromissione discale o vertebrale) sia dalla sofferenza di strutture distanti (affezioni di organi addominali o pelvici). Va sempre tentato di individuare la causa che determina la comparsa di questo dolore, specie nelle forme croniche, per impostare una idonea terapia.
Quali sono le cause più comuni?
Il 90% di tutte le lombalgie è causato da fattori locali. Si hanno delle forme acute (dolore brutale ed improvviso, definito "colpo della strega") o subacuto, frequenti nel giovane, provocate da strappi o stiramenti muscolari. Esistono poi delle forme croniche (lombalgie che durano da almeno 6 mesi) causate da degenerazione discale sino a vera e propria ernia con lombosciatalgia, da artrosi interapofisaria, da osteoporosi. In questi casi non va trascurata la possibilità che esista invece una patologia infiammatoria (dolore ad insorgenza notturna) o infettiva o neoplastica a carico delle vertebre. Meno frequente, ma sempre da tenere a mente, è la lombalgia da cause non locali (lombalgie viscerali secondarie ad affezioni ginecologiche, urogenitali, gastrointestinali). Tuttavia in un numero non trascurabile di pazienti non è possibile individuare alcuna causa.
Esistono dei fattori di rischio?
Sono a rischio alcune attività lavorative che comunemente richiedono la esecuzione di gesti ripetuti, più o meno bruschi e che comportano sforzi (facchini, muratori, addetti a strumenti vibranti, meccanici, agricoltori ed autisti). Anche la pratica sportiva ha aumentato considerevolmente il numero di soggetti a rischio che varia molto a seconda del tipo di sport , dell'intensità dell'impegno e della costituzione del soggetto. Sia l'attività lavorativa che quella del tempo libero rappresentano fattori di rischio per lombalgia da strappo muscolare o degenerazione/ernia discale. Un fattore di rischio per lombalgie infiammatorie, come quelle che si riscontrano nelle enteso o spondiloartriti è la familiarità ed il riscontro di un fattore genetico presente sui globuli bianchi umani definito antigene HLA B27.
E' utile eseguire una TAC o una RMN della colonna lombare in caso di lombalgia?
Queste indagini possono essere utili in caso di fondato sospetto clinico e vanno correlate alla sintomatologia ed ai dati obiettivi. In caso di sospetta lombalgia infiammatoria è più utile una radiografia del bacino (con eventuale TAC del bacino in casi dubbi). La TAC lombare permette di valutare le faccette articolari, che comunque è bene ricordare che possono essere messe in evidenza con un esame radiologico standard in proiezione obliqua. La RMN è utile per valutare il disco intervertebrale. Val la pena di far osservare che immagini di ernie alla TAC o alla RMN possono osservarsi anche in pazienti asintomatici e che esistono lombosciatalgie senza documentata ernia dovute a reazioni infiammatorie. E' bene inoltre ricordare che, anche in caso di dimostrata protrusione o ernia discale in assenza di sofferenza radicolare non sono assolutamente indicati i trattamenti cruenti (discectomia, nucleolisi, nucleotomia).
Come vanno trattate le lombalgie?
Nelle forme acute è necessario alleviare il dolore (riposo a letto per non più di 2-3 giorni, insieme ad analgesici o antiinfiamamtori ed a miorilassanti). Dal quarto giorno si riprenderà il movimento (in questa fase la comparsa di dolore durante l'attività è normale) alternando periodi di 30 minuti di marcia a 2-3 ore di riposo. La guarigione nella maggior parte dei casi avviene dopo 8-10 giorni. Dal momento della remissione completa, la ripresa del lavoro può avvenire dopo una settimana per lavori sedentari e dopo due settimane per le attività più pesanti. Di fronte ad un unico episodio con decorso come quello descritto non è necessario eseguire alcun esame strumentale o di laboratorio, a meno che emergano indicazioni dalla storia clinica. E' invece utile eseguire indagini se la lombalgia non recede entro 4-6 settimane.
Quando la lombalgia acuta si presenta in più occasioni (lombalgia acuta ricorrente) bisognerà aggiungere alle misure su descritte anche misure igienico-dietetiche in caso di sovraccarico ponderale, chinesiterapia attiva con rinforzo della muscolatura addominale, valutazione dell'ambiente di lavoro per posture anomali, cintura lombare, terapie fisiche, massaggi.
Nelle forme croniche (lombalgia che dura da almeno 6 mesi) bisognerà precisare la causa per una adeguata impostazione terapeutica. Le forme meccaniche (da degenerazione discale, da artrosi interapofisaria) si gioveranno di trattamenti fisiochinesiterapici e termali; i farmaci necessari per le forme acute verranno utilizzati solo per brevi periodi. Nelle forme di origine infiammatoria andrà invece impostata una terapia farmacologica (per alleviare il dolore e tentare di rallentare l'evoluzione della malattia), una terapia fisiatrica riabilitativa e di economia articolare, escludendo categoricamente sia la applicazione di calore sia la terapia termale.
Nelle forme che riconoscono una causa viscerale andrà naturalmente trattata la patologia dell'organo in causa.

 


*Reumatologo della Divisione di Reumatologia del Policlinico di Bari


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